martedì 23 agosto 2011


A te che sbagliavi sempre i compleanni degli altri, forse perché non avevi la certezza del tuo, a cavallo tra il Leone e la Vergine.
A te i cui tratti non riconosco nello specchio, ma da cui ho ereditato quel po' di follia che m'ha tenuta viva.
A te e a quella stanza che non ho mai visto, quella stanza che mi tiene prigioniera e mi marchia, per sempre, colpevole.
A te che vorrei pensare da qualche altra parte, qualsiasi essa fosse, perché non avere fede non permette consolazioni, non dà che una risposta, non apre alcuno spiraglio di luce.
A te e alla tomba su cui non ho versato lacrime, divorata dalla rabbia, e a quella rabbia che guardavo incredula nascere dal tuo desiderio non realizzato, non più dal profondo di me.
A te che avevi il nome di una stella, ed eri spesso altrettanto lontano.
A te e ai dieci anni che sono passati, al tempo gentile che lenisce le ferite, attenua le cicatrici e mi dona sorrisi inaspettati quando ti ripenso.
A te, buon compleanno.