venerdì 18 giugno 2010


E poi quel lucido scirocco che trasforma la realtà abusata e la rende irreale, solo che a Bologna dev'essere tutto diverso, perché qui confonde le idee e scalda la pelle e rende il mare opaco e rumoroso e straordinario.
E allora via, sulla spalla una borsa a fiori gialli, dono di un'amica sensibile e discreta che dice quanto fasci di parole inutili non saprebbero esprimere, nella borsa un po' di libri tra cui scegliere, e ne tiri su uno, quasi a sorte, che parla di un'isola di sogno davanti all'Africa, in tutte le pagine, anche in quelle che narrano storie lontane. E tu pensi che si debba essere proprio pazzi per lasciare questa terra, tu che te la sei trovata tra le mani come un regalo inestimabile. Ma guarda intorno a te che doni ti hanno fatto: ti hanno inventato il mare.
Il vento ti fa rotolare accanto una conchiglia, piccola, perfetta. Te la porti via, per ricordarti che in questo posto riesci sempre a riannodare i fili persi, riesci sempre a ricomporre il puzzle accostando i pezzi un po' a forza, senza davvero farli combaciare, ma ottenendo un quadro che assomiglia abbastanza a una figura intera da poterlo spacciare per vero. Te la porti via perché ti ricordi questo momento quasi perfetto. Te la porti via per lasciarla andare di nuovo tra le braccia delle onde, quando tornerai.

1 commento:

Anonimo ha detto...

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