giovedì 31 dicembre 2009


L'ultimo giorno dell'anno ha la qualità cedevole e saggia dell'ultima pagina di un quaderno, appoggiata su un cumulo di carta già scritta e ormai passata. Guardare indietro non serve, i brutti voti non cambieranno. Si può solo scrivere le ultime righe, e la penna scivola via comoda sui fogli ammorbiditi dal lavoro quotidiano.
In questa terra che gli dei devono aver benedetto prima di andarsene, oggi il sole splende e riscalda. Verranno giorni freddi e cupi, ma questa sembra una mattina di primavera.
La gente che incontro sorride, si scambia auguri e me ne regala qualcuno, non sapendo quanto io ne abbia bisogno, quanto due parole di un estraneo bastino a sciogliere il ghiaccio, almeno un pochino.
Contro l'evidenza, la stanchezza, la paura, oggi riesco quasi a sperare.

2 commenti:

Robert ha detto...

scrivo dalla capitale del mondo, Washington D.C.. Mi pare incredibile.

Eleanor Arroway ha detto...

Qui (a Cagliari) ieri c'erano una ventina di gradi ed eravamo in maglietta. Questo è il posto più bello del mondo.
Ciao Robert, grazie per avermi fatto visita da così lontano: ti manderei un po' di sole ma... oggi piove :)