L'ultimo giorno dell'anno ha la qualità cedevole e saggia dell'ultima pagina di un quaderno, appoggiata su un cumulo di carta già scritta e ormai passata. Guardare indietro non serve, i brutti voti non cambieranno. Si può solo scrivere le ultime righe, e la penna scivola via comoda sui fogli ammorbiditi dal lavoro quotidiano.
In questa terra che gli dei devono aver benedetto prima di andarsene, oggi il sole splende e riscalda. Verranno giorni freddi e cupi, ma questa sembra una mattina di primavera.
La gente che incontro sorride, si scambia auguri e me ne regala qualcuno, non sapendo quanto io ne abbia bisogno, quanto due parole di un estraneo bastino a sciogliere il ghiaccio, almeno un pochino.
Contro l'evidenza, la stanchezza, la paura, oggi riesco quasi a sperare.
2 commenti:
scrivo dalla capitale del mondo, Washington D.C.. Mi pare incredibile.
Qui (a Cagliari) ieri c'erano una ventina di gradi ed eravamo in maglietta. Questo è il posto più bello del mondo.
Ciao Robert, grazie per avermi fatto visita da così lontano: ti manderei un po' di sole ma... oggi piove :)
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